Che cosa intendiamo quando parliamo di realtà aumentata? Con questo termine si indica quella tecnologia che consente di visualizzare informazioni che si sovrappongono all’ambiente circostante tramite un dispositivo elettronico.
Immaginate di inquadrare un qualsiasi oggetto con il vostro smartphone e di ottenere in tempo reale informazioni, foto, articoli aggiuntivi: questa tecnologia sta aprendo nuove strade e opportunità applicative alle aziende che vogliono innovarsi e, più semplicemente, per necessità di assistenza in remoto.
Occhiali intelligenti, specchi speciali, parabrezza che ti guidano nel traffico, riviste interattive: sono questi i primi esempi di augmented reality in commercio, ma gli utilizzi sono infiniti e possono variare in molti ambiti. Un esempio? Immaginate di visitare una mostra d’arte, di soffermarvi su un quadro e di ottenere immediatamente tutte le informazioni riguardanti l’opera. Questa tecnologia ancora poco diffusa è già presente da tempo nel industria dei videogiochi, basti pensare al PlayStation VR messo in commercio in tutto il mondo nel 2016. Il visore di realtà virtuale sviluppato da Sony è stato progettato per essere compatibile con la PlayStation 4 e attualmente è compatibili con circa 150 giochi.
Un principio della realtà aumentata è quello dell’overlay: la fotocamera legge l’oggetto nell’inquadratura, il sistema lo riconosce e attiva un nuovo livello di comunicazione che si va a sovrapporre e a integrare perfettamente alla realtà, potenziando la quantità di dati di dettaglio in relazione a quell’oggetto.
Non poteva mancare all’appello un’azienda sempre all’avanguardia come Apple, che nel 2021 lancerà la propria idea di realtà aumentata con i tanto chiacchierati Apple Glass. Come funzioneranno questi attesissimi occhiali? I dati saranno elaborati tramite il proprio smartphone collegato tramite wireless agli occhiali, che avranno un sensore in grado di vedere ciò che stiamo guardando. Come in tutti i prodotti commercializzati dall’azienda di Cupertino, anche l’estetica avrà la sua parte. Gli occhiali presenteranno un design da normali occhiali da vista o da sole e si differenzieranno quindi da tutti gli altri dispositivi VR o AR in commercio, proprio per questo potrebbero diffondersi più velocemente dei concorrenti.
Ancora più rivoluzionario è il progetto di una start up californiana, Mojo Vision, che sta lavorando ormai da più di 5 anni a lenti a contatto a realtà aumentata. Secondo i responsabili del progetto, le lenti saranno pronte in due o tre anni e potranno essere predisposte per chi svolge determinate professioni. Tra i lavoratori che potrebbero usufruire dei benefici di queste speciali lenti ci potrebbero essere, ad esempio, i pompieri, che sarebbero così in grado di visualizzare una mappa dell’incendio, della posizione dei colleghi e il livello di ossigeno residuo. Mojo Vision ha ottenuto fiducia da importanti investitori come Gradient Ventures di Google o StartX dell’Università di Stanford.
Questi dispositivi quasi invisibili e difficilmente riconoscibili, che saranno in grado di registrare video, potranno mai rispettare la privacy? Per ora l’unica certezza a nostra disposizione è questa: potranno agevolare le condizioni lavorative in determinati ambiti e migliorare le nostre esperienze sensoriali.