Gli scienziati di UniTo hanno individuato un nuovo marcatore per indirizzare meglio le terapie per il tumore al pancreas. Un nuovo studio preclinico, svolto al Centro di Biotecnologie Molecolari “Guido Tarone” dell’Università di Torino, ha reso possibile la scoperta di una nuova terapia focalizzata per un sottogruppo di pazienti affetti da neoplasia maligna del pancreas. Il gruppo di ricerca, guidato dalla Prof.ssa Miriam Martini e dal Prof. Emilio Hirsch, ha dimostrato che la proteina PI3K-C2γ gioca un ruolo chiave nello sviluppo del tumore al pancreas. L’indagine scientifica ha permesso di far luce sui meccanismi di sviluppo di questo tumore. Questo studio potrebbe consentire, in futuro, di massimizzare l’efficacia delle attuali opzioni terapeutiche di uno dei tumori attualmente più aggressivi.
L’incidenza del tumore al pancreas
In Italia, ogni anno vengono diagnosticati circa 13.000 nuovi casi di tumore al pancreas e la percentuale di sopravvivenza a 5 anni è meno del 10%. Si prevede che, entro il 2030, il tumore al pancreas diventi la seconda causa di morte oncologica. La gravità e la mancanza di trattamenti efficaci rendono necessari studi per la ricerca di nuove terapie e marcatori che possano aiutare a individuare il farmaco più efficace. Per poter crescere, le cellule tumorali hanno bisogno di nutrienti e fonti d’energia.
L’aggressività del tumore al pancreas è dovuta alla capacità di adattarsi in condizioni avverse. Ad esempio, in caso di scarsità di nutrienti e fonti energetiche, che vengono sfruttate dalle cellule per sopravvivere. Recentemente, sono stati sviluppati dei farmaci che impediscono l’utilizzo di tali nutrienti, come ad esempio la glutammina.
PI3K-C2γ controlla la via di segnalazione intracellulare di mTOR, che regola il metabolismo e la crescita della cellula, e influisce sull’utilizzo della glutammina per favorire la progressione tumorale. Nel tumore al pancreas, la proteina PI3K-C2γ non è presente in circa il 30% dei pazienti, i quali sviluppano una forma maggiormente aggressiva della malattia.
La Dott.ssa Maria Chiara De Santis, primo autore dello studio pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Gut, ha dimostrato che la perdita di PI3K-C2γ accelera lo sviluppo del tumore. Allo stesso tempo, però, tale perdita rende più sensibili a farmaci che colpiscono mTOR e all’utilizzo della glutammina.
Una scoperta “collaborativa”
Lo studio guidato dagli scienziati di UniTo è stato frutto di un intenso lavoro di collaborazione con gruppi nel territorio italiano e internazionale. Tra questi, il Prof. Francesco Novelli, la Prof.ssa Paola Cappello e il Prof. Paolo Ettore Porporato (Università di Torino), il Prof. Andrea Morandi (Università di Firenze), il Prof. Vincenzo Corbo e il Prof. Aldo Scarpa (Università di Verona), il Prof. Gianluca Sala e il Prof. Rossano Lattanzio (Università di Chieti) e la Prof.ssa Elisa Giovannetti (Università di Amsterdam e Fondazione Pisana per la Scienza).